I titoli pubblici italiani rappresentano una fetta importante del mercato finaziario interno, essendo stati per anni l’investimento principale delle famiglie italiane
Prima di procedere nella discussione è doveroso chiarire che, come tutti sanno o quasi, i titoli di Stato, italiani o esteri, rientrano nella categoria dei titoli obbligazionari. Costituiscono quindi debiti di una certa nazione.
In genere si definisce titolo di Stato un’obbligazione emessa dal Governo di uno Stato nella moneta del proprio Paese. Sono emessi dal Governo al fine di reperire fondi con i quali finanziare spese pubbliche. In Italia l’emissione è predisposta dal Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Molte volte si incorre nell’errore di identificare il debito pubblico con l’ammontare dei titoli di Stato in circolazione; infatti, il primo è pari al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, enti locali e istituti previdenziali pubblici), mentre il secondo si riferisce a tutti i titoli emessi dallo Stato, sia sul mercato interno sia sul mercato estero. I titoli di Stato costituiscono circa l’80% dell’intero debito pubblico italiano,
Parlando di titoli di Stato, dedicheremo naturalmente particolare attenzione alla descrizione di quelli emessi dal Governo italiano nei mercati domestici, che, attualmente, sono:
BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) titoli a breve termine con scadenza inferiore all’anno, sono strumenti del mercato monetario di tipo zero coupon;
CTZ (Certificati del Tesoro Zero coupon ): titoli privi di cedola con durata pari a 18 o a 24 mesi;
CCT (Certificati di Credito del Tesoro): titoli al portatore o all’ordine a medio-lungo termine (massimo 7 anni), che pagano semestralmente un tasso di interesse (cedola) variabile, indicizzato al tasso di rendimento dei BoT;
BTP (Buoni del Tesoro poliennali): titoli a medio-lungo termine, che pagano una cedola semestrale fissa, con scadenze comprese tra i 3 e i 30 anni;
BTP€i (Buoni del Tesoro poliennali indicizzati all’inflazione europea “Indice Eurostat”): titoli a medio-lungo termine (5 e 10 anni), in cui sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole semestrali sono rivalutati sulla base dell’inflazione dell’area Euro.
In aggiunta, ricordiamo i Boc (Buoni obbligazionari comunali), che sono titoli obbligazionari al portatore a medio-lungo termine, emessi dagli enti locali italiani (Province, Comuni, unioni di Comuni, città metropolitane, Comunità montane, Regioni e consorzi di enti locali) per finanziare i propri progetti. Possono essere emessi con diverse modalità: frequenza cedola, tasso di interesse fisso o variabile, convertibili, relativamente a cui è possibile vedere questa guida sulle obbligazioni convertibili su Leobbligazioni.com, o cum warrant.