Il Doppiatore è colui che presta la propria voce a un attore straniero, ma non solo: lo è anche chi commenta un documentario o un film d’animazione, oppure il personaggio di un videogioco. Si tratta di un mestiere tanto affascinante quanto complesso, che in Italia ha avuto un particolare sviluppo anche grazie alle normative emanate sotto il fascismo che imponevano il doppiaggio alle pellicole straniere. Negli anni però è nata una vera e propria “cultura del doppiaggio” tutta italiana, sviluppatasi con successo fino ai giorni nostri.
Quest’ambito infatti, può portare anche al raggiungimento di una certa notorietà, sebbene per la gran parte di coloro che lo svolgono si tratti di un mestiere “nell’ombra”. Quello del doppiaggio è un campo in cui è necessario lavorare profondamente sulla comunicazione verbale per ottenere la chiarezza espressiva richiesta. Studi di dizione, fonetica, recitazione e solo in seguito, corsi di doppiaggio vero e proprio, rappresentano la formazione più naturale. Eventuali flessioni dialettali vanno smussate fino a farle scomparire: la provenienza geografica può incidere sul lavoro da fare ma non costituisce un ostacolo insormontabile se c’è volontà e determinazione.
Il doppiatore spesso subisce ritmi molto duri e stancanti, che a volte richiedono uno sforzo ancora maggiore del semplice recitare. Solo utilizzando la propria voce, si dovrà trasmettere stati d’animo, emozioni, sincronizzandosi con l’espressione e il labiale del personaggio che si sta doppiando. Iscriversi a una buona scuola di recitazione potrebbe essere un passo verso una buona formazione: l’esperienza nel settore sicuramente arricchirebbe l’interpretazione vocale, se così possiamo definirla, di realismo ancora maggiore.
La caratteristica principale per diventare doppiatore non sta però nei titoli di studio ufficiali, anche se una laurea in scienze dello spettacolo o in lettere non guasta. Servono piuttosto qualità caratteriali come la sensibilità, la determinazione e la costanza. Avere una perfetta dizione è fondamentale, ovvero pronunciare le parole in italiano corretto e senza flessioni dialettali.
La voce è la dote più importante, deve essere gradevole o particolare. Oltre alla voce, uno strumento con cui il doppiatore deve avere dimestichezza è il microfono. Come per i cantanti e per gli speaker radiofonici il microfono deve essere gestito in modo tale da valorizzare al meglio il timbro.
In Italia le scuole di doppiaggio si trovano soprattutto a Roma e Milano. Per fare alcuni esempi: Adc Group Srl Doppiaggio di Milano, S.E.D.E. Società Europea Doppiaggio Edizione S P A di Milano, CD CINE DOPPIAGGI di Roma, O.D.S. di Torino. Tanti altri corsi di doppiaggio si tengono stagionalmente in diverse scuole della Capitale.
Alla fine dell’esperienza didattica, il consiglio fornito anche da doppiatori professionisti, è quello di fare esperienza diretta sul campo assistere cioè ai turni di doppiaggio e apprendere l’arte dai più esperti, una sorta di tirocinio necessario per prendere confidenza con l’ambiente.
Successivamente, si potrà cominciare a partecipare a casting o provini poiché l’esperienza pratica è sempre la migliore per farsi largo in questo ambiente. Talento e fortuna non guastano se si vuole diventare un doppiatore bravo e di successo.
In Italia ci sono oltre 1200 doppiatori, liberi professionisti o dipendenti, al lavoro in oltre 200 cooperative di doppiaggio e società di edizione: tra queste ricordiamo la Cdc, Cooperativa doppiatori cinematografici, la Cvd, Cine video doppiatori, e il Gruppo Trenta, con sede a Roma. Il lavoro in questo settore è abbondante, anche se negli ultimi anni la crisi ha portato ad un calo netto di offerte di ingaggio. Buone possibilità si trovano ancora nel doppiaggio televisivo e in quello pubblicitario.