L’Australia è una terra lontana e magica e molti sognano di visitarla o addirittura di trasferirsi down under. Si tratta però di un Paese molto protezionista e ogni tipo di visita, specialmente quelle prolungate, è controllato nel dettaglio.
Se volete lavorare in Oz, e non siete specializzati in nessuna delle professioni richieste con urgenza (consultabili sul sito web del governo australiano), l’unica alternativa sarà quella di un soggiorno temporaneo con permesso di lavoro.
Chi intende lavorare in Australia dovrà richiedere infatti un apposito visto (Working Holiday Visa) che permette appunto di svolgere degli impieghi retribuiti, cosa invece non prevista per chi dispone di semplice visto turistico. Le condizioni possono variare a seconda del Paese di origine: le indicazioni seguenti si riferiscono nello specifico all’Italia. Tutti i dettagli e le applicazioni on line sono comunque disponibili sul sito del governo australiano.
La durata massima del WHV è di dodici mesi, che decorrono dal momento dell’ingresso in Australia (e non come molti erroneamente pensano) dal giorno dell’accettazione della richiesta. Per ottenere il WHV si pagano anticipatamente 185 dollari australiani, che non verranno rimborsati in caso di diniego della domanda. L’età massima per richiedere il visto è di 30 anni. Altri requisiti imprescindibili sono non avere figli, richiedere il visto con non più di un anno dalla data prevista per l’arrivo in Australia e avere un passaporto valido. Il visto vi permetterà di lavorare per 6 mesi consecutivi presso lo stesso datore di lavoro e quindi di autofinanziarvi, almeno in parte, il viaggio. Il WHV viene rilasciato una sola volta: l’unica possibilità di proroga (per un anno) è quella di trovare impiego per tre mesi in uno dei settori di lavori duri richiesti, in primo le “farms”, ovvero le aziende agricole o le fattorie fuori città.
Come preannunciato i requisiti sono abbastanza stretti ma non vi lasciate scoraggiare e non perdete l’occasione di visitare questo luogo magico.