Per molti l’idea di nuotare sott’acqua per vedere cosa la natura è in grado di creare quando fuori c’è solo H2O, costituirebbe una prova di coraggio inaffrontabile. Altri invece vivono questa dimensione come se fosse la loro seconda natura, una passione che passa sopra a qualsiasi timore di eventuali incidenti che uno sport così speciale, ma anche potenzialmente pericoloso, comporta.
Diventare sub significa poter utilizzare l´attrezzatura A.R.A. (Auto Respiratore ad Aria), per la quale è indispensabile frequentare un corso e conseguire un brevetto. Le abilità si acquisiscono per gradi e con l’esperienza: il primo step per andare sott’acqua con le bombole è l’Open Water Diver (letteralmente Subacqueo in acqua libera). E’ consigliabile però, nel caso non si avesse mai avuto esperienza con questa particolare attività, frequentare un Discover Scuba Diver, comunemente chiamato “battesimo del mare”. La persona interessata vedrà come si allestisce un gruppo ARA e quindi, sotto il controllo si una guida qualificata (Divemaster) o di un istruttore, potrà partecipare alla prova di immersione della durata di circa 15-20 minuti. In questo modo si eviterà di partecipare a corsi molto più costosi e impegnativi: un modo per mettere “la testa” in questa realtà e capire se si è tagliati per la subacquea.
Coloro che fossero già convinti potranno partecipare direttamente al corso Open Water Diver. Quest´ultimo prevede solitamente 5 immersioni in acque confinate (una piscina, o un tratto di fondale delimitato) e 5 in acque libere. Durante il corso si impara ad utilizzare l´attrezzatura ed a conoscerne le caratteristiche e le funzioni, inoltre particolare risalto sarà dato a tutte le manovre e gli esercizi rivolti a prevenire ogni possibile inconveniente possa capitare sott´acqua, rendendo l´allievo capace di risolvere eventuali problemi. L’OWD abilita il subacqueo ad andare fino ad una profondità massima di 18 m.
Il secondo eventuale step è frequentare un corso Advanced Open Water Diver (AOWD). Questo prevede solitamente 5 diverse tipologie di immersione: notturna (o grotta), relitto, profonda, navigazione, ricerca e recupero. Nel modulo navigazione si impara ad utilizzare la bussola per la navigazione subacquea; gli altri tre moduli abilitano il sub AOWD ad affrontare situazioni particolari come le immersioni profonde fino ai 30 m (imparando a conoscere i rischi che possono comportare, come ad es. la narcosi d´azoto), quelle su un relitto o quelle effettuate di notte. C’è poi il Rescue Diver che consente di apprendere le abilità di salvataggio dentro e fuori dall´acqua.
Esistono in ogni caso corsi di specialità che abilitano ad andare più profondo, a fare immersioni con decompressione, ad usare miscele con aria arricchita, ad imparare ad usare la macchina fotografica o la videocamera sott´acqua, ad utilizzare attrezzature particolari (ad es. la muta stagna) o imparare a revisionarle.
Per diventare eventualmente istruttore è necessario frequentare un corso preliminare che illustra le competenze e le tecniche di immersione e di salvataggio per l’aspirante istruttore. Questa parte teorica è coadiuvata da sessioni in piscina; sono previste una serie di quattro immersioni in acque libere dove, si stabilirà il grado di preparazione raggiunto. Dopo aver completato il corso se ne inizia un altro basato soltanto su prove acquatiche che si suddividono in cinque immersioni in acque aperte, con la specialità in cui ci si sente maggiormente portati all’insegnamento ovvero la profondità o semplicemente il nuoto; poi si passa a quello specifico del soccorso ai futuri allievi. Il corso inizia con una prova di primo soccorso, su come trattare gli infortuni subacquei e soprattutto con l’insegnamento della difficile tecnica della decompressione. Il corso si conclude poi con immersioni in acque libere dove, si dovranno utilizzare tutte le tecniche acquisite e le competenze in merito al soccorso subacqueo. A conclusione del lungo ed elaborato tirocinio, si effettua un esame attraverso un ennesimo corso che permette di diventare a tutti gli effetti istruttore di sub, con il rilascio di un patentino che consente di intraprendere la carriera in proprio o presso strutture attrezzate in città o in luoghi di villeggiatura.
In Italia esiste la FIAS, federazione italiana attività subacquee che nasce nel 1968 come ENAL-FIAS per poi diventare autonoma nel 1972 presentandosi come la Federazione dei subacquei creata dai Subacquei per i Subacquei.
La FIAS, organizzazione no-profit, è presente su tutto il territorio nazionale ed opera per lo sviluppo dell’attività subacquea sia con l’attività didattica che con un’intensa attività associativa.