Per superare in maniera brillante un colloquio di lavoro cè sempre bisogno della giusta miscela di bravura e fortuna. Questa è imprevedibile, ma in qualche modo può sempre essere aiutata, magari imparando ad evitare gli errori più comuni. L’esito di un colloquio è dato dalle esperienze, dalla capacità di presentarsi al meglio ma anche dal cosa si dice. Alcune frasi non andrebbero mai pronunciate davanti ai selezionatori, perché in grado da sole di distruggere quanto di buono costruito in precedenza. Andiamo a vedere le frasi peggiori da colloquio di lavoro.
Scusate il ritardo: una delle caratteristiche principali che un datore di lavoro cerca nei suoi dipendenti è la puntualità, quindi arrivare al colloquio in ritardo, fosse anche di 10 minuti, significa partire decisamente con il piede sbagliato.
Quante sono le ferie annuali e quanti i giorni di malattia concessi?: pronunciando questa frase darete l’impressione che la cosa più importante della nuova posizione lavorativa siano per voi le ferie. Certo, tutti vogliono sapere quante vacanze potranno permettersi, ma forse il primo incontro con l’azienda non è il momento adatto per togliersi questa curiosità.
Prendo solo questa chiamata, molti candidati pensano che sia normale rispondere alle chiamate telefoniche durante un colloquio l’anno. Il buon senso invece ci aiuta a comprendere come sia maleducato interrompere un discorso per una telefonata (magari persino futile).
A lavorare presso di voi: ecco come non rispondere mai alla domanda Dove ti vedi tra cinque anni?, perché anche se è questa la vostra risposta più sincera, l’azienda preferisce comunque capire quali sono le vostre reali ambizioni. Rispondete piuttosto riflettendo sull’esperienza che vorreste aver acquisito e il livello di responsabilità raggiunto.
Il mio precedente datore di lavoro mi ha distrutto: avete lavorato per un capo fuori di testa? Non è il caso di comunicarlo al vostro nuovo potenziale datore di lavoro. I motivi sono tanti: innanzitutto perché il vecchio capo potrebbe ancora servirvi per delle referenze, e poi perché sparlare di precedenti colleghi è atteggiamento mal visto dai selezionatori.
Fate racchette da tennis? Pensavo che facevate mazze da cricket: la prima mossa per affrontare un colloquio al meglio è informarsi sull’azienda che si va ad incontrare, eppure questa semplice regola spesso viene disattesa. Limitarsi a una veloce occhiata al sito web non serve a nulla e rivela solo un atteggiamento superficiale e poco interessato.
Maledizione: tutti noi ad un certo punto siamo talmente frustrati da non trattenere il turpiloquio. Bene, in sede di colloquio bisogna sempre mantenere il controllo e mostrarsi professionali. Teniamo le parolacce per quando usciremo dalla sede dell’azienda.
Ero molto bravo coi Firewall dei checkpoint: capita spesso quando si affronta un colloquio di lasciarsi prendere dalla voglia di dimostrare quanto siamo bravi e quanto profonda è la nostra conoscenza. Va bene, ma l’importante è non strafare, magari perdendosi in un linguaggio gergale arcano che i selezionatori neanche comprendono.
Devo proprio indossare quella divisa?: spesso le aziende contemplano delle regole sul vestiario piuttosto assurde, incluse delle divise che neanche il peggior stilista riuscirebbe a ideare nei suoi incubi. Questo non significa che sia il caso di far notare in sede di colloquio quanto siano ridicole o anti-estetiche.
Infine, c’è una domanda che i selezionatori propongono spesso ai candidati, ed è Quale risulta essere la cosa migliore che si aspetta da questo ruolo?. Anche in questo caso la migliore arma è reprimere la risposta spontanea, che ci porterebbe ad indicare la busta paga, i benefit, la pausa pranzo, i collaboratori o le vacanze. Inventate qualcosa ma assolutamente non rispondete con uno di questi obiettivi.
Oltre alle cose da non dire, è importante sapere cosa è necessario invece dire. A questo proposito può essere utile questa guida sulle domande da fare al colloquio presente sul sito Colloquiodilavoro.net, in modo da essere preparati.