Come Diventare Tecnico Informatico

La grande capacità di saper utilizzare un computer può essere sfruttata alla grande anche nel mondo del lavoro. Negli ultimi anni si stanno moltiplicando gli impieghi correlati al settore informatico, il tecnico informatico è uno di questi, la guida lo descriverà.

Il tecnico informatico è un lavoro trasversale. Potrai lavorare nelle aziende più disparate, in diversi settori. Risulta essere dunque un lavoro sicuramente molto spendibile, forse impegnativo (nel percorso e nello svolgimento) ma che permette ottimi guadagni e la possibilità di impiego anche in età più avanzate.

Ovviamente è anche possibile lavorare in proprio, se si ha un numero di clienti sufficiente. Per lavori saltuari basta utilizzare la prestazione occasionale, mentre se si esegue l’attività in modo continuativo bisogna aprire Partita IVA. Per dettagli è possibile vedere questo sito sulla prestazione occasionale.

Per diventare tecnico informatico, dovrai laurearti(una laurea triennale) in materie scientifiche o in tecnologia informatica. Tuttavia questo non è sufficiente, sarà infatti necessario che tu frequenti corsi al termine della laurea. Negli ultimi anni, si possono ottenere certificati a livello europeo.

Come tecnico informatico, potrai trovare impiego in luoghi pubblici e privati, in modo da offrire supporto a dipendenti che non hanno abilità nell’uso di computer. In particolare, nelle scuole potrai aiutare gli studenti offrendo loro supporto risolvendo i problemi classici di un utente inesperto.

Come Guadagnare con Amazon

Cercherò di spiegarti come è possibile guadagnare su internet e fare soldi con Amazon, vendere prodotti di altri online senza avere un negozio vero e proprio o magazzino.

La questione è semplice, ti registri su Amazon, diventando affiliato e hai a disposizione migliaia di prodotti da vendere online tramite un semplice link testuale.

Su ogni prodotto che riuscirai a vendere da qualsiasi pagina web che sia il tuo sito, quello di un altro, facebook, twitter e altri social, riceverai una percentuale.

Amazon è il negozio online più grande del mondo, senza esagerare. C’è davvero di tutto, sta solo a te trovare i prodotti migliori e ad un buon prezzo da pubblicizzare tramite pagine web alle quali hai accesso.

Le percentuali sono molto vantaggiose, il 10% su quasi tutti i prodotti e dal 5 al 9 % per altri, potrai comunque vedere le tue commissioni una volta registrato e messo in vendita qualcosa.

L’ideale sarebbe trattare solo una categoria di prodotti sul tuo sito web sottoforma di recensione con contenuti reali e non falsificati solo allo scopo di vendere.

Devi immedesimarti in un commesso che vende solo prodotti per la casa in un negozio per la casa, l’esclusività piace a Google che ti porterà visite e piace al cliente che può avere un posto dedicato solo ai prodotti che acquisterebbe per mandare avanti le sue passioni o il suo lavoro.

Il negozio sarà il tuo blog o sito web, tu sarai il commesso preparato, gentile e disponibile che parlerà di ogni prodotto in ogni articolo o post a lui dedicato.

Per vendere realmente, il tuo cliente deve fidarsi di te, cerca quindi di essere sempre onesto e gentile e di mettere in guardia il tuo cliente da possibili contro del prodotto, difetti e altre cose che non andrebbero giù neanche a te.

Inutile cercare di vendere una scatola per biscotti a 45,00 euro se tu stesso non l’acquisteresti perchè poco utile e troppo costosa.

Ogni articolo quindi deve rappresentare il prodotto in maniera esaustiva per meglio fidelizzare il cliente e renderlo partecipe delle pecche e delle caratteristiche reali della merce.

La foto è molto importante, meglio se ne metti tante in più angolazioni ( su amazon spesso ne trovi tante per ogni prodotto ), il prezzo, devi dirglielo, il possibile uso che potrà farne va spiegato pureper esempio Ottimo orologio a poco prezzo da regalare a Natale.

Devi spiegare in ogni articolo che scrivi tutte le informazioni del prodotto, meglio se trovi anche video online che lo descrivono, recensioni, unpacking, possibili usi e adattamenti in più ambiti.

Per come realizzare il sito e come apparire in cima ai risultati di Google ( fondamentale o rischi di non avere gente nel negozio ) ti consiglio la lettura dell’articolo su come guadagnare con un blog di cucina, eccolo qui. ( valgono le stesse regole )

Non devi creare un e-commerce ma un blog di semplici consigli reali e onesti su cosa acquistare per la casa, per esempio.

Come Lavorare in Canada

Il visto lavoro per il Canada (o WHV, Woking Holiday Visa) permette a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni e proviene da determinati paesi (in cui è inclusa l’Italia), di svolgere un’esperienza di lavoro e di viaggiare per 12 mesi in Canada.

I candidati avranno bisogno di un passaporto valido per dimostrare la provenienza da un paese aderente al programma Working Holiday. Il passaporto deve essere valido per almeno 14 mesi dalla data di applicazione, perché il governo canadese non rilascia visti se c’è l’eventualità che il passaporto possa scadere durante la permanenza nel paese.

Una volta approvato il WHV, il candidato riceve una “Letter of Introduction” dalla Canadian High Commission o dal consolato del proprio paese di origine. Da quel momento ci sono 12 mesi di tempo per poter entrare in Canada e, appena fatto accesso nel paese, si è liberi di lavorare e viaggiare per un periodo pari ad altri 12 mesi. È possibile lasciare il Canada quante volte si vuole, ma i giorni passati fuori non verranno recuperati, quindi il visto avrà sempre la stessa scadenza. Se il WHV viene approvato, ma resta inutilizzato per 12 mesi, non è possibile richiederne uno nuovo e non vi è alcun rimborso.

Oltre ai requisiti di età e di provenienza, bisogna soddisfare quelli legali, infatti bisogna dichiarare al governo canadese di non avere mai subito condanne e non avere figli a carico durante la permanenza in Canada.

Il costo del visto è di 105 euro.

Frasi da non Dire Durante il Colloquio

Per superare in maniera brillante un colloquio di lavoro cè sempre bisogno della giusta miscela di bravura e fortuna. Questa è imprevedibile, ma in qualche modo può sempre essere aiutata, magari imparando ad evitare gli errori più comuni. L’esito di un colloquio è dato dalle esperienze, dalla capacità di presentarsi al meglio ma anche dal cosa si dice. Alcune frasi non andrebbero mai pronunciate davanti ai selezionatori, perché in grado da sole di distruggere quanto di buono costruito in precedenza. Andiamo a vedere le frasi peggiori da colloquio di lavoro.

Scusate il ritardo: una delle caratteristiche principali che un datore di lavoro cerca nei suoi dipendenti è la puntualità, quindi arrivare al colloquio in ritardo, fosse anche di 10 minuti, significa partire decisamente con il piede sbagliato.

Quante sono le ferie annuali e quanti i giorni di malattia concessi?: pronunciando questa frase darete l’impressione che la cosa più importante della nuova posizione lavorativa siano per voi le ferie. Certo, tutti vogliono sapere quante vacanze potranno permettersi, ma forse il primo incontro con l’azienda non è il momento adatto per togliersi questa curiosità.

Prendo solo questa chiamata, molti candidati pensano che sia normale rispondere alle chiamate telefoniche durante un colloquio l’anno. Il buon senso invece ci aiuta a comprendere come sia maleducato interrompere un discorso per una telefonata (magari persino futile).

A lavorare presso di voi: ecco come non rispondere mai alla domanda Dove ti vedi tra cinque anni?, perché anche se è questa la vostra risposta più sincera, l’azienda preferisce comunque capire quali sono le vostre reali ambizioni. Rispondete piuttosto riflettendo sull’esperienza che vorreste aver acquisito e il livello di responsabilità raggiunto.

Il mio precedente datore di lavoro mi ha distrutto: avete lavorato per un capo fuori di testa? Non è il caso di comunicarlo al vostro nuovo potenziale datore di lavoro. I motivi sono tanti: innanzitutto perché il vecchio capo potrebbe ancora servirvi per delle referenze, e poi perché sparlare di precedenti colleghi è atteggiamento mal visto dai selezionatori.

Fate racchette da tennis? Pensavo che facevate mazze da cricket: la prima mossa per affrontare un colloquio al meglio è informarsi sull’azienda che si va ad incontrare, eppure questa semplice regola spesso viene disattesa. Limitarsi a una veloce occhiata al sito web non serve a nulla e rivela solo un atteggiamento superficiale e poco interessato.

Maledizione: tutti noi ad un certo punto siamo talmente frustrati da non trattenere il turpiloquio. Bene, in sede di colloquio bisogna sempre mantenere il controllo e mostrarsi professionali. Teniamo le parolacce per quando usciremo dalla sede dell’azienda.

Ero molto bravo coi Firewall dei checkpoint: capita spesso quando si affronta un colloquio di lasciarsi prendere dalla voglia di dimostrare quanto siamo bravi e quanto profonda è la nostra conoscenza. Va bene, ma l’importante è non strafare, magari perdendosi in un linguaggio gergale arcano che i selezionatori neanche comprendono.

Devo proprio indossare quella divisa?: spesso le aziende contemplano delle regole sul vestiario piuttosto assurde, incluse delle divise che neanche il peggior stilista riuscirebbe a ideare nei suoi incubi. Questo non significa che sia il caso di far notare in sede di colloquio quanto siano ridicole o anti-estetiche.

Infine, c’è una domanda che i selezionatori propongono spesso ai candidati, ed è Quale risulta essere la cosa migliore che si aspetta da questo ruolo?. Anche in questo caso la migliore arma è reprimere la risposta spontanea, che ci porterebbe ad indicare la busta paga, i benefit, la pausa pranzo, i collaboratori o le vacanze. Inventate qualcosa ma assolutamente non rispondete con uno di questi obiettivi.

Oltre alle cose da non dire, è importante sapere cosa è necessario invece dire. A questo proposito può essere utile questa guida sulle domande da fare al colloquio presente sul sito Colloquiodilavoro.net, in modo da essere preparati.

Come Lavorare in Australia

L’Australia è una terra lontana e magica e molti sognano di visitarla o addirittura di trasferirsi down under. Si tratta però di un Paese molto protezionista e ogni tipo di visita, specialmente quelle prolungate, è controllato nel dettaglio.

Se volete lavorare in Oz, e non siete specializzati in nessuna delle professioni richieste con urgenza (consultabili sul sito web del governo australiano), l’unica alternativa sarà quella di un soggiorno temporaneo con permesso di lavoro.

Chi intende lavorare in Australia dovrà richiedere infatti un apposito visto (Working Holiday Visa) che permette appunto di svolgere degli impieghi retribuiti, cosa invece non prevista per chi dispone di semplice visto turistico. Le condizioni possono variare a seconda del Paese di origine: le indicazioni seguenti si riferiscono nello specifico all’Italia. Tutti i dettagli e le applicazioni on line sono comunque disponibili sul sito del governo australiano.

La durata massima del WHV è di dodici mesi, che decorrono dal momento dell’ingresso in Australia (e non come molti erroneamente pensano) dal giorno dell’accettazione della richiesta. Per ottenere il WHV si pagano anticipatamente 185 dollari australiani, che non verranno rimborsati in caso di diniego della domanda.  L’età massima per richiedere il visto è di 30 anni. Altri requisiti imprescindibili sono non avere figli, richiedere il visto con non più di un anno dalla data prevista per l’arrivo in Australia e avere un passaporto valido. Il visto vi permetterà di lavorare per 6 mesi consecutivi presso lo stesso datore di lavoro e quindi di autofinanziarvi, almeno in parte, il viaggio. Il WHV viene rilasciato una sola volta: l’unica possibilità di proroga (per un anno) è quella di trovare impiego per tre mesi in uno dei settori di lavori duri richiesti, in primo le “farms”, ovvero le aziende agricole o le fattorie fuori città.

Come preannunciato i requisiti sono abbastanza stretti ma non vi lasciate scoraggiare e non perdete l’occasione di visitare questo luogo magico.

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