Come Iniziare a Vendere Online

Vuoi vendere online ma non sai da dove cominciare. Negli ultimi anni, il mercato italiano delle vendite online – detto più comunemente e-commerce – sta registrando una crescita costante con tantissimi nuovi utenti che si approcciano per la prima volta a comprare online.
Questo fenomeno è cresciuto principalmente perché è più facile trovare online lo stesso prodotto venduto vicino casa ad un prezzo più basso. Ma non solo, l’e-commerce è anche l’unico canale che riesce a coinvolgere il cliente fornendo tutto e subito in un unico luogo (internet).
Chi compra online ha diversi vantaggi: sicuramente il prezzo è uno di questi, poi è possibile recedere dal contratto avendo più tempo per pensarci rispetto all’acquisto in negozio, l’assortimento è sicuramente molto più vasto, e per di più la consegna fino al domicilio il più delle volte è gratuita.
Di contro, gli imprenditori sanno benissimo di poter risparmiare sulle spese di gestione e di contare su maggior numero di potenziali clienti.
In questa guida, sostanzialmente, ti spiego come funziona la vendita online dell’usato e la vendita professionale su internet. Conoscerai quindi i requisiti, le modalità e soprattutto i principali siti di vendita online.

Vendere su internet da privato

Sei un privato e decidi di vendere il tuo usato su internet per ricavare qualche soldino.
Innanzitutto l’errore che non devi mai commettere è quello di non dare valore a tutti gli oggetti che non usi più, classificandoli come immondizia.
Alt! Prima di buttare qualcosa che non usi più nell’immondizia, prova a ricavare qualche spicciolo su internet. Potrebbero esserci persone interessate a comprare i tuoi oggetti.

Requisiti per vendere online da privato
Detto questo vediamo quali sono i requisiti per vendere su internet da privato
-Avere una connessione ad internet;
-Avere uno o più oggetti da vendere online;
-Scegliere una piattaforma di vendita online.
Adesso quello che devi fare è scegliere la piattaforma di vendita e creare un’inserzione corredata da foto e descrizione per rendere appetibile l’oggetto.

Le migliori piattaforme per vendere online da privato
Per le vendite del tuo usato online puoi utilizzare diverse piattaforme, di seguito quelle più importanti:
Vendere su eBay – Il più famoso sito di aste online al mondo. Su eBay puoi vendere l’usato a prezzo fisso oppure all’asta. Su eBay le inserzioni sono gratuite (fino a 50 al mese) e solo quando la vendita va a buon fine eBay tratterrà una commissione del 10%.
Vendere su Subito – Subito.it è il sito di annunci numero uno d’Italia per la compravendita dell’usato online. Le inserzioni sono gratuite ma le vendite per lo più si concentrato localmente.
Vendere su Reoose – Si tratta di una innovativa piattaforma di baratto dove è possibile scambiare i propri oggetti in cambio di crediti che serviranno per acquistarne degli altri. Lo staff di Reoose consiglia di privilegiare lo scambio di oggetti per lo più localmente così da non dovere sostenere oneri di spedizione, ma in ogni caso è possibile scambiare oggetti in tutta Italia.
In base al sito di vendita online scelto, puoi decidere di vendere il tuo oggetto creando un’inserzione a prezzo fisso od un’inserzione all’asta.

Inserzioni a prezzo fisso
Con l’inserzione a prezzo fisso solitamente sei tu a decidere il prezzo dell’oggetto che vuoi vendere su internet. Se non sai che prezzo dare ai tuoi oggetti usati, puoi fare una breve indagine su internet per scoprire a che prezzo viene venduto lo stesso oggetto o un oggetto simile.
Crea l’inserzione inserendo una descrizione completa dell’oggetto. Se l’oggetto è guasto, o presenta difetti, non dimenticare di farlo presente nella descrizione. Stesso discorso vale per evidenziarne i pregi.

Inserzioni all’asta
Se non riesci a decidere il prezzo per l’oggetto che vuoi mettere in vendita, procedi creando un’asta.
Quando metti un oggetto all’asta non devi mai partire da un prezzo troppo alto, o troppo vicino a quello che vorresti realizzare con la vendita, altrimenti l’asta si rivelerà un totale fallimento. È importante offrire un prezzo basso così da attirare il maggior numero di offerenti.
Non preoccuparti del prezzo finale perché alla fine dell’asta l’oggetto raggiunge, quasi sempre, un prezzo ragionevole, spesso più alto di quello che ci si aspettava. Se qualcosa non sta andando come previsto, puoi annullare l’asta prima che finisca e in alcuni casi è possibile stabilire in partenza un prezzo minimo da raggiungere per vendere l’oggetto senza che questo venga mostrarlo agli offerenti.
Anche in questo caso bisogna rendere appetibile l’oggetto con una descrizione dettagliata.
Che aspetti? Incomincia a svuotare la cantina, dai valore ai tuoi oggetti usati!

Vendere su internet come impresa

Stai pensando di avviare un’attività di e-commerce ma vuoi avere più informazioni. Per vendere online da professionista devi assolutamente conoscere la normativa e-commerce che regola tale attività. Ebbene, vediamo innanzitutto quali sono i requisiti per iniziare a vendere online come impresa.

Requisiti legali ecommerce
Per avviare un’attività di vendita online professionale bisogna adempiere agli obblighi fiscali imposti dalla legge. Di seguito le indicazioni fondamentali:
-Apertura partita IVA con codice ATECO indicato all’attività che intendi aprire.
-Apertura posizione presso il Registro delle imprese.
-Per i soggetti passivi iva che intendono porre in essere operazioni comunitarie occorre l’inserimento nell’archivio VIES.
-Il titolare del negozio online deve presentare segnalazione certificata di inizia attività (SCIA) al comune di residenza.
Comunicare il settore merceologico di attività del sito di e-commerce nonché il dominio web, anche se si vende mediante servizi terzi come eBay.
-Apertura posizione INPS.
-Apertura conto corrente bancario.
-Consultare un buon commercialista.
Se la tua è una nuova attività e ritieni di non fatturare più di 50.000 € in un anno, puoi adottare il nuovo regime forfettario.
Se la tua è un’attività artigianale che svolgi occasionalmente, ti consiglio di valutare la vendita online come privato, rispettando i limiti imposti dalle normative che regolano le vendite occasionali. Di solito non è necessaria l’apertura della partita IVA.

Aprire un negozio online in proprio
Se vuoi cominciare un’attività di e-commerce ex novo devi procurati un buon capitale iniziale. In questo caso puoi provare ad aprire un negozio online in proprio.
Prima di commissionare il progetto per creare un negozio online al primo che passa, ti consiglio di documentarti sull’argomento leggendo la guida completa su come aprire un ecommerce che ho pubblicato in questo blog.
In genere per creare un negozio online professionale, non vengono richiesti meno di 3000€. Che aumentano al variare delle funzionalità da implementare e alla quantità di articoli da caricare, nonché la stesura delle descrizioni, l’ottimizzazione in ottica SEO. Considera pure l’investimento per la merce, il magazzino, il personale, etc.
È importante che tu abbia già chiara una strategia digitale per sviluppare la tua idea di business per vendere online (ad esempio una presenza web a 360°). Non vorrai trovarti ad uscire 10/15.000 euro per un progetto che non vende., onde evitare di sprecare soldi.

Aprire un negozio online sui marketplace
Chi non ha un budget sufficiente per aprire un negozio di e-commerce in proprio, può iniziare un’attività di commercio elettronico servendosi di un sito di vendita online – più comunemente conosciuto come marketplace – tipo eBay.
Aprire un negozio online su un servizio terzo è un passaggio fondamentale anche per chi ha già avviato da tempo un’attività di e-commerce. Le piattaforme più utilizzate sono:
Aprire un negozio su eBay – Il più famoso sito di aste online al mondo. Aprire un negozio online su eBay è gratuito (peri primi 90 giorni). Poi lo mantieni pagando una quota mensile in base al livello di iscrizione scelto. In genere un negozio base su eBay è sufficiente, ma per chi vuole vendere sin da subito anche all’estero è necessaria l’apertura del negozio premium su eBay. In base al livello dell’iscrizione scelto, eBay tratterrà una commissione sulle transazioni di vendita andate a buon fine con una percentuale variabile in base al settore merceologico trattato.
Aprire un negozio su Amazon – È il sito di e-commerce più grande del mondo. Con Amazon è possibile vendere su internet aprendo un negozio online al costo di 39€ al mese (IVA esclusa). Ma se fai meno di 40 vendite al mese puoi aprire un account base, pagando solo una commissione sugli oggetti venduti. Anche Amazon, come eBay, trattiene una commissione sui prodotti venduti che varia in base alla categoria dell’oggetto.
Aprire un negozio su Etsy – È una piattaforma molto interessante, indicata soprattutto per la vendita online di prodotti fatti a mano; articoli vintage o per vendere online materia prima come stoffa, lana, etc. Su Etsy non si paga nessuna quota d’iscrizione per aprire un negozio online, però si pagano 0,20$ per ogni inserzione (valida per 4 mesi). Per le vendite andate a buon fine, Etsy tratterà il 3,5% del prezzo di vendita.
I vantaggi delle tre opportunità sono senza precedenti, poiché si riesce immediatamente ad immettere sul mercato i propri prodotti contando su un potenziale di acquirenti elevatissimo. L’unico svantaggio sono le commissioni che se comparate al prezzo da investire in pubblicità per attirare i clienti nel proprio negozio online, diventa decisamente un vantaggio.

Conclusioni

Vendere su internet, sia come privato che come impresa, è un’attività seria che può essere sviluppata come espansione delle già rodate attività di business fisiche, o come progetto ex novo in alternativa all’attività di un negozio fisico.
Per una impresa, nella fattispecie, è necessario valutare i costi dell’investimento e i ricavi nel tempo per comprendere meglio la convenienza che è relativa al settore merceologico trattato. Quindi si consiglia di preconfigurare una strategia digitale orientata alla vendita online.
Per quanto riguarda gli adempimenti fiscali, invece, è importante seguire un iter corretto poiché non è poi così complesso come sembra, anche se il mio consiglio è quello di farsi seguire sempre da un commercialista.

Come Inviare una Lettera Formale

Esistono delle formule precise per scrivere una lettera formale come, per esempio, una lettera al sindaco. Oltre alle formule bisogna rispettare anche una struttura determinata. Vediamo quali sono e come applicarle per fare un’ottima figura nei confronti del destinatario della nostra lettera.

Per prima cosa, nella parte alta-destra della lettera, devi scrivere la il luogo e la data in cui stai scrivendo la lettera. Lascia un rigo dalla data e, sempre a destra, devi scrivere il destinatario della lettera e le persone a cui deve essere mandata per conoscenza. Queste informazioni dovrebbero essere (preferibilmente) scritte in grassetto.

Ora lascia una riga due e, sulla sinistra, devi scrivere l’oggetto. L’oggetto consiste in una breve frase che ha la funzione di spiegare genericamente il contenuto vero e proprio del messaggio. Scrivi la parola “Oggetto” in grassetto, metti i due punti dopo, e scrivi l’oggetto vero e proprio non grassettandolo.

Ora devi scrivere la lettera vera e propria che deve dividersi in tre sezioni. La parte iniziale, il corpo ed i saluti finali. Ti consiglio di utilizzare uno stile a “semiblocco”. Per farlo ti basta inserire una tabulazione (con il tasto TAB) all’inizio di ogni sezione. Mentre scrivi dai del lei al tuo interlocutore.

Una volta scritto tutto, ringraziamenti compresi, porgi i tuoi saluti e firma la lettera in basso a destra, sotto la dicitura “In Fede”. In questo modo hai scritto una lettera formale, contenente tutte le informazioni di base che serviranno al tuo destinatario. Ovviamente usa una forma corretta e ricercata anche durante la stesura del testo.

Come Trovare il Personale che fa la Differenza

Bene, negli articoli precedenti abbiamo affrontato tutti gli aspetti del colloquio: dalle domande particolari da fare a seconda della posizione, all’indagine di tutti gli aspetti importanti da conoscere alla fine del colloquio.

Oggi vorrei parlare di qualche caratteristica psicologica che si è in grado di raccogliere anche se non si sono compiuti studi particolari in tal senso.

Come si svolge il colloquio nella selezione del personale?

Il colloquio di selezione: l’Atmosfera.
Iniziamo l’incontro con il nostro candidato con una calda accoglienza: andiamogli incontro con un bel sorriso, diamogli una bella stretta di mano e una chiara presentazione: “Ben arrivato, sono …”

Portiamo il nostro candidato in un luogo confortevole, con una buona temperatura, una buona illuminazione e soprattutto ordinato.

Ecco io sconsiglio caldamente di svolgere i colloqui nel proprio ufficio, perchè ci sono troppe cose, documenti, che non è opportuno che “estranei” vedano. Senza contare che uscendo dal proprio ufficio ci predisponiamo ad una attenzione maggiore verso la persona, se non altro perchè non abbiamo distrazioni, tipo telefono, e-mail in arrivo e quant’altro.

Il colloquio nella selezione è un momento importante.

Prima di iniziare il colloquio fai qualche “battuta” o osservazione leggera, giusto per sciogliere la tensione del candidato.

L’ obiettivo è di mettere a suo agio il candidato.
In questo modo, oltre ad avere un’atmosfera più serena, il candidato si comporterà in modo più naturale e si potranno cogliere più aspetti del suo carattere.
Inizia il colloquio con una frase “collaborativa” del tipo: “Vediamo di conoscerci meglio per vedere se possiamo cominciare a collaborare insieme …”

Bene ora si è partiti. E adesso?

Chiedersi quali sono gli aspetti veramente importanti in una persona.

Quando si fa un colloquio di selezione, forse sfugge, ma ci sono tante informazioni che si è in grado di raccogliere: spesso si “registrano” in modo inconsapevole, sono informazioni a cui si presta poca o scarsa attenzione, ma che invece, sono importantissime.

Diventate un osservatore!
Alcuni esempi.

Aspetto.
Come si presenta, come è vestito, ha un’aria curata o trasandata, com’è lo sguardo, vivace o meno, ti guarda negli occhi o è sfuggente, …

Comunicazione.
Come è il linuaggio appropriato, confuso, chiaro e ed il tono alto e agitato o basso e calmo, gesticola …

Come si relaziona.
Certo la situazione del colloquio di selezione è un po’ falsata dall’alta motivazione del candidato “di piacere”, forse “compiacere” il valutatore, tuttavia è un indicatore di come si relaziona con gli altri. Farsi raccontare situazioni ed eventi quotidiani e straordinari accaduti nei lavori precedenti e si avrà la conferma delle proprie intuizioni e un arricchimento di informazioni.

Stato emotivo.
Il candidato, dopo il primo momento di normale ansia, come si presenta? Tranquillo, esprime con chiarezza concetti e pensieri, segue le domande, o prosegue con il suo filo del discorso, ignorandoti? Se non capisce, fa domande o fa finta di aver capito e tenta una risposta? Fai caso a queste situazioni, fai caso alle parole che utilizza, isola le singole parole, toglile dal contesto, analizza il significato e potrai intuire qual’è il suo “mondo”.

Per esempio una persona che nel giro di un paio di minuti dice “è normale non fidarsi …” o “… anch’io non mi fiderei … ” e simili, ecco questa è una persona che fa fatica a fidarsi, per cui ti raccomando massima cautela nella comunicazione, fai in modo che non ci siamo possibili fraintendimenti e che la tua comunicazione non dia adito a possibili “retropensieri”.

OK. Siamo alla fine dell’incontro: hai chiesto tutto, il candidato ti ha chiesto tutto, non ti resta che congedarti.

Le ultime informazioni.
Sii molto chiaro su come procederà la selezione: se ci saranno altri colloqui e con chi, tempistica di eventuale ricontatto ed anche modalità di risposta in caso di esito negativo del colloquio.

Nel salutare il candidato ringrazialo di essere venuto e di averti dedicato tutto quel tempo. Cerca di essere cordiale, possibilmente senza trasmettere la tua “impressione a caldo”, riservati di ripensare, di rivedere, di confrontare questo candidato con gli altri …

Bene e adesso, fissa subito un incontro con un candidato, e metti in pratica questi concetti.
Fammi sapere come è andata.

Nel prossimo post parleremo di motivazione in generale del candidato e specifica per la tua proposta di lavoro.

Bene, spero che queste indicazioni ti siano state utili e se vuoi scrivi qui sotto le tue impressioni, domande, dubbi o dimmi di che cosa hai bisogno.

Quali Sono le Competenze Aziendali più Importanti

Come possono le strategie di business creare valore aggiunto? Ciò che distingue l’impresa vincitrice è la questione fondamentale nella strategia di business, e quello che più alti dirigenti si pongono costantemente.

Le aziende con capacità distintive hanno attributi che gli altri non hanno e non possono replicare, nemmeno dopo il vantaggio si rendono conto che offrono alla società che possiede originariamente.
In “Fondamenti del successo aziendale”, John Kay sostiene che le migliori aziende derivano la loro forza da una particolare struttura di relazioni con i dipendenti, clienti e fornitori. Egli spiega perché la continuità e la stabilità in queste relazioni è essenziale per una risposta flessibile e cooperativo per cambiare.

Competenze Aziendali: Le tre competenze distintive
Secondo John Kay, ci sono tre competenze distintive che una società può possedere per creare valore aggiunto e di ottenere un vantaggio competitivo attraverso le relazioni
Architettura . Una struttura di contatti relazionali all’interno o intorno l’organizzazione con i dipendenti e con clienti e fornitori.
Reputazione. costruito attraverso:
Esperienza del cliente.
Segnali di qualità.
Dimostrazioni e prove gratuite.
Garanzia.
Il passaparola diffusione.
Associazione con altre marche.
Puntando la reputazione, una volta stabilito.
Innovazione. Condizione che l’innovazione è tradotto in un vantaggio competitivo con successo.

Si tratta di elementi importanti.

Clima Aziendale – In Cosa Consiste

Il termine Clima, originariamente usato per parlare dell’ambiente meteorologico, è da tempo entrato nel linguaggio quotidiano – in parallelo alla locuzione ” il morale “- in relazione all’ambiente psicosociale: entrambi i termini sono di comprensione intuitiva e non richiedono di ricorrere al dizionario.

Da quando clima aziendale è diventato di uso comune anche nel campo della psicosociologia – come abbreviazione del più completo ” clima organizzativo ” – si è resa necessaria una definizione rigorosa, come per tutti i concetti scientifici. Si constata, a questo punto, che vari decenni di ricerca scientifica hanno fatto avanzare le conoscenze sul clima, ma non hanno ancora formulato una definizione soddisfacente da tutti i punti di vista.

È perciò raccomandabile attenersi a quelle più semplici.

Definizione per metafora.
Come il clima meteorologico è la risultante delle condizioni atmosferiche locali (temperatura, umidità, vento, pressione …) può dare delle impressioni di calma, di sconvolgimento, di serenità, ecc., così il CLIMA di AMBIENTE SOCIALE, FAMILIARE, AZIENDALE e simili è un insieme di elementi interagenti, che può dare percezioni unitarie (bonaccia, tensione, calore, minaccia …) in cui non si distingue la dinamica dei singoli componenti.

Definizioni semplificate.
Per ARNOLD, EYSENCH e MEILI il “Clima Aziendale” è un insieme di fattori della struttura sociale dell’azienda, che non dipendono direttamente dal lavoratore, ma anche lo influenzano (caratteristiche dell’organizzazione aziendale, qualità della comunicazione orizzontale e verticale, possibilità di influire nelle decisioni, possibilità di avere riconoscimento per le proprie prestazioni).

Per ENGLISH e CHAMPNEY ENGLISH il Clima è un traslato che sta a indicare le caratteristiche prevalenti dell’ambiente, prese non analiticamente ma globalmente e che può essere distinto in:

– Clima Intellettuale possibilità di sviluppo intellettuale;

– Clima Emozionale: impatto dell’ambiente sulle risposte emozionali del soggetto;

– Clima Culturale: possibilità di crescita culturale del soggetto;

– Clima Sociale: tipo delle interazioni sociali che portano i soggetti ad accettarle o a rifiutarle.

Molto interessante.

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